Nato a Mestre nel 1966, si laurea con lode in architettura presso Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Nel suo studio a Mestre si occupa di architettura, design e grafica aziendale.
Fra gli infiniti criteri che concorrono alla valutazione di un oggetto nel suo complesso, uno sicuramente importante è quello riferito alla possibilità di condurre la progettazione verso un grado sempre maggiore di sintesi nel tentativo di eliminare tutto ciò che è superfluo dal punto di vista funzionale e costruttivo, e giungere così a un risultato formale di grande essenzialità.
Questo rigore progettuale diventa parte integrante di una poetica, come dire, personale, intima, rigore che non impedisce la mutevolezza dei segni, la contaminazione di linguaggi, la citazione, unitamente ad una volontà di approfondire un dialogo con il passato, in un’assiduità della memoria che conferisce ricchezza di senso all’eleganza prodotta per forza di levare.
La responsabilità morale e creativa del progettista è diventata più pesante, vanno cercate nuove regole, esplorate nuove possibilità, rendendo il gioco linguistico e poetico più sottile, esaltando la capacità dell’oggetto o dell’evento artistico di farsi sentire senza gridare, proponendo un ascolto più profondo in virtù di una presenza discreta.
Si tratterà, insomma di non esaurire il dialogo, di ottenere più permanenza, più senso o forse più semplicemente “comunicare agli altri messaggi di curiosità, divertimento, affetto”.
Collaborazioni con prestigiose aziende tra le quali: Altamarea bath, Bonaldo, Calligaris, DeMajo, Lapalma, Leucos, Lefablier, Novello , Porada, Saba, Sintesi, Spalli, Visionnaire, Zampieri.
Born in Mestre in 1966, he graduated with honors in architecture from the University Institute of Architecture in Venice. In his studio in Mestre he deals with architecture, design and corporate graphics.
Among the infinite criteria that contribute to the evaluation of an object as a whole, one that is certainly important is the one related to the possibility of leading the design towards an ever greater degree of synthesis in the attempt to eliminate everything that is superfluous from a functional and constructive point of view, and thus arrive at a formal result of great essentiality.
This design rigor becomes an integral part of a poetics, so to speak, personal, intimate, rigor that does not prevent the mutability of signs, the contamination of languages, the citation, together with a desire to deepen a dialogue with the past, in an assiduity of memory that gives richness of meaning to the elegance produced by force of subtraction.
The moral and creative responsibility of the designer has become heavier, new rules must be sought, new possibilities explored, making the linguistic and poetic game more subtle, enhancing the ability of the object or artistic event to make itself heard without shouting, proposing a deeper listening by virtue of a discreet presence.
In short, it will be a question of not exhausting the dialogue, of obtaining more permanence, more meaning or perhaps more simply "communicating messages of curiosity, fun, affection to others".